È quanto emerge dalla classifica del Travel & Tourism Development Index 2024 pubblicata dal Forum economico mondiale (Wef). Nei primi 10 posti della lista stilata dall’organizzazione di Ginevra ci sono, nell’ordine: Stati Uniti, Spagna, Giappone, Francia, Australia, Germania, Gran Bretagna, Cina, Italia e Svizzera. Il nostro Paese guadagna tre posizioni rispetto all’anno scorso
La fine delle restrizioni legate alla pandemia e la domanda repressa porteranno gli arrivi turistici e il contributo del turismo al Pil mondiale a raggiungere nel 2024 livelli pre-Covid. Nel frattempo, però, a frenare la voglia di viaggiare ci sono “sfide esterne” come inflazione, tassi di interesse, i conflitti in Europa e nel Medio Oriente. Inoltre le infrastrutture aeree e quelle turistiche, assieme ai servizi, restano al di sotto dei livelli pre-Covid. Un contesto nel quale l’Italia migliora ed entra nella top ten delle destinazioni, anche resta alle spalle di Spagna , sua principale concorrente nell’Europa mediterranea (seconda), e Francia (quarta).
È quanto emerge dalla classifica del Travel & Tourism Development Index 2024 pubblicata dal Forum economico mondiale (Wef), un indice globale che «misura l’insieme di fattori e politiche volti allo sviluppo sostenibile e resiliente del settore viaggi e turismo, che a sua volta contribuisce allo sviluppo di un Paese». In particolare l’indice è composto da cinque dimensioni (ambiente favorevole, politiche per il settore, infrastrutture e servizi, risorse, sostenibilità) per un totale di 102 indicatori. «Dato che il settore viaggi e turismo storicamente vale un decimo del Pil e dell’occupazione globale – sottolinea il rapporto – i decisori politici devono riconoscere la necessità di approcci strategici e olistici» per sbloccare il suo potenziale.
In cima alla classifica, stilata dall’organizzazione ginevrina in collaborazione con l’università britannica del Surrey, ci sono gli Stati Uniti, seguiti da Spagna , Giappone , Francia, Australia, Germania, Gran Bretagna, Cina e, in nona posizione, l’Italia che guadagna tre posizioni rispetto al rapporto precedente. Nella graduatoria che prende in considerazione 119 economie il nostro Paese è imbattibile per le risorse culturali (un “pilastro” che misura non solo la disponibilità di siti archeologici e strutture storiche ma il modo in cui queste risorse vengono promosse e sviluppate): 6,74 è il più alto valore al mondo, seguito da vicino solo da Giappone (6,71) e Spagna (6,64). Buoni anche i risultati su “servizi sanitari e igiene” (5,88) e “preparazione su Information and tecnology (5,85). Male, invece, su competitività di prezzo (3,15), impatto socio-economico del turismo, ossia il contributo del settore all’economia, ai salari e alla parità salariale di genere (3,46), e sostenibilità della domanda (che include anche il rischio sovraffollamento) con 3,53. Valore comunque sopra la media dell’Europa del Sud che è 3,26.
Il Sole 24 ore
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